La cosa e altri racconti by Moravia Alberto

La cosa e altri racconti by Moravia Alberto

autore:Moravia Alberto
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-12-07T05:00:00+00:00


La cintura

Mi sveglio con la sensazione di essere stata offesa, ferita, oltraggiata in qualche momento della giornata di ieri. Sono nuda, strettamente avvolta nelle coperte come una mummia nelle sue bende; sto rannicchiata sul fianco sinistro, con un occhio schiacciato contro il cuscino e l'altro aperto che guarda in direzione della seggiola sulla quale mio marito, ieri sera, ha disposto i vestiti prima di coricarsi. Dov'è mio marito? Senza modificare la mia posizione, stendo una mano dietro, sul letto, e trovo il vuoto: deve essersi già alzato, da un rumore attutito come di scroscio d'acqua, arguisco che è già nel bagno. Mi rimetto la mano tra le gambe, chiudo gli occhi, tento di riaddormentarmi ma non ci riesco a causa di quell'angosciosa sensazione di essere stata irrimediabilmente offesa. Allora riapro gli occhi, guardo davanti a me, ai vestiti di mio marito. La giacca è appesa alla spalliera della seggiola; i pantaloni pendono, ben ripiegati, sotto la giacca: mio marito se li è tolti senza sfilare la cintura, la quale, chiusa nei passanti, penzola dalla seggiola con la parte a cui è attaccata la fibbia. Col mio solo occhio fisso e sbarrato, posso vedere un po’ del cuoio della cintura, un cuoio senza cuciture, spesso, liscio, bruno e come unto dal lungo uso, nonché la fibbia di metallo giallo, di forma quadrata. Questa cintura l'ho regalata a mio marito, cinque anni fa, nei primi tempi del nostro matrimonio. Sono andata da un calzolaio di lusso di via Condotti e l'ho scelta dopo una lunga esitazione: dapprima avevo pensato di comprargliela nera, magari di coccodrillo, per la sera. Poi mi sono detta che, così bruna, poteva metterla di giorno come di notte. Era troppo stretta per lui che, se non proprio corpulento, è piuttosto massiccio e ci ho fatto fare altri tre buchi. Spesso dopo i pasti, lui se l'allenta perché mangia e beve molto. Sulla fibbia ci ho fatto incidere una specie di dedica: a V' la sua V', che vuol dire: a Vittorio la sua Vittoria. Ah, come mi piaceva allora questa somiglianza dei nomi! Quasi quasi, è stato per noi un buon motivo per sposarci. Gli dicevo qualche volta: "Ci chiamiamo Vittorio e Vittoria, non potremo non essere vittoriosi."

Ecco, mio marito apre la porta del bagno, quindi il suo corpaccione membruto e poderoso ma non veramente grasso, già in slip e canottiera, si interpone tra la seggiola e me. E allora, con improvvisa memoria, ricordo come, dove e da chi sono stata offesa ieri: da lui, da mio marito, proprio da lui, dopo la cena in casa dell'industriale per il quale lavora. Alla domanda: qual è il vostro tipo ideale di donna?, mio marito ha risposto con la massima spontaneità che la sua donna ideale è l'inglese quando è bionda, chiara di pelle e formosa. Il tipo della ragazzona sportiva, insomma, infantile e allegra. Ora si noti che io sono invece bruna, magrissima, tutta piatta salvo il sedere. Nel volto, poi, non ho nulla di infantile né tanto meno di allegro.



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